Antartide: viaggio al sesto continente. Dalla Nuova Zelanda alla Terra dei Pinguini

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L’arrivo in Nuova Zelanda, e più precisamente nella cittadina di Christchurch, è solo la penultima tappa di questo viaggio che complessivamente supera di parecchio i 15.000 chilometri e le 40 ore di trasferimento da Roma, tra voli e soste negli aeroporti.

A Christchurch si trova l’International Antarctic Center, che funge da polo logistico per le spedizioni italiana, statunitense e neozelandese, ma anche da centro di divulgazione grazie ad un piccolo museo dell’Antartide che conta però decine di migliaia di visitatori e frutta 20 milioni di euro l’anno. Tra le attrazioni, un cinema dinamico 4D, la ricostruzione di un ambiente antartico con tanto di bufera simulata e un piccolo acquario con pinguini, della specie più piccola e dotati quindi di spazio adeguato.

Da Chistchurch ci si imbarca per l’ultimo balzo: a bordo di un C130, rumorosissimo quadrimotore ad elica, si coprono in sette ore i 3.500 chilometri che ancora ci separano dalla base Mario Zucchelli, che si affaccia sul mare di Ross.

L’atterraggio avviene su una pista di ghiaccio, appositamente preparata dai logistici, che precedono di qualche giorno l’arrivo degli scientifici, per riattivare gli impianti rimasti chiusi per otto mesi e costruire questa sorta di aeroporto ai confini del mondo.

L’avvicinamento è spettacolare: già ad un’ora dall’atterraggio si incominciano a vedere lastre di ghiaccio galleggiare su un mare che lentamente cambia colore, virando su toni bluastri. Quando il ghiaccio si fa esteso e uniforme, immense fratture lo percorrono come enormi autostrade, interrotte qua e là da iceberg le cui dimensioni non è possibile valutare dall’alto in un paesaggio che si estende uniforme a perdita d’occhio.

Improvvisamente, si incomincia ad intravvedere all’orizzonte qualche striscia di terra, il continente antartico. Mentre il Polo Nord è infatti un immenso ghiacciolo, l’Antartide è un continente vero e proprio, perché qui il ghiaccio poggia su roccia e immense catene montuose e vulcani ne costellano la superficie, pur rimanendo per la gran parte sepolti dal ghiaccio, che in alcuni punti raggiunge i quasi quattro chilometri di spessore.

L’atterraggio è scenografico, come potrebbe esserlo un film di avventura, con la pista di ghiaccio che si estende per oltre due chilometri nella baia a poche centinaia di metri dalla base. Macchie di colore rosso interrompono l’uniformità del bianco che ci circonda: sono i fuoristrada e i mezzi antincendio venuti ad accoglierci.

Carichi dei nostri bagagli, come animali da soma, scendiamo finalmente la scaletta. Piccole figure vestite di rosso ci vengono incontro e ci accolgono: sono i primi arrivati, che hanno preparato la base per il nostro arrivo facendo miracoli. Un sorriso, un abbraccio, una stretta di mano. Un sospiro, l’aria ghiacciata che entra nei polmoni. Il silenzio che ci circonda.

Siamo in Antartide.

(altre info sulla XXIX spedizione nei siti: www.pnra.it e www.italiantartide.it)